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Commercio itinerante 1 - il catalogo

E' la calda controra di un pomeriggio di fine luglio, fa caldo sulla spiaggia, libro sulla pancia, occhi socchiusi, il solito rumore di fondo, un mix di urla di bambini, risacca e chiacchiericcio dei bagnanti che non mollano nemmeno alle 3 del pomeriggio. Una voce si stacca dalla altre, timbro forte, accento gutturale "compra tu questo?". Non apro gli occhi, ma lui nemmeno se lo aspetta. Sento che si è già girato e rivolge la stessa domanda alla signora dell'ombrellone vicino "compra tu questo"? La signora squittisce con una serie di suoni di cui decifro solo "divino", delizioso", "incantevole", tocca tutto, passa tutto all'amica che le sta a fianco, ma non avvia nessuna trattativa. Ora il venditore capisce che le prede sono pronte per essere catturate: "forse interessa te questo"? Non sento più la voce della signora, l'aria si è fatta seria, capisco (sto sempre ad occhi socchiusi aspettando la botta di "abbobbia" postprandiale che non arriva) che è partito un confronto fra venditore e potenziale acquirente. Le due amiche si sussurrano qualcosa, il venditore incalza "io avere anche questo in altro colore".
...naggia, la curiosità è troppa, devo guardare: il venditore, un giovane senegalese magro, altissimo, accoccolato sui talloni ha in mano...un catalogo illustrato, di cartone patinato, con almeno 10 fogli, con le foto di decine di scarpe estive da donna, tutte rigorosamente griffate. Le signore stanno scegliendo fra un sandalo con tacco a stiletto e una calzatura con allacciatura "alla schiava". Non resisto, mi devo intromettere: "ma chi l'ha fatto questo catalogo?" il venditore, con una risata identica a quella di Eddie Murphy in Beverly Hills cop "eh eeeh eh...piace eh? fatto io con macchina digitale mio fratello. Preso tutte scarpe, messe su muretto e poi fotografia e stampare, così io non porta tutto peso e cliente vedere tutto!" Ma non si può distrarre, la trattativa si velocizza a causa del mio intervento: poche battute, il venditore si allontana, le due donne mi guardano con un'espressione infastidita perché mi sono intromesso nei loro affari privati. Credo sia finito tutto, provo a richiudere gli occhi. Passano 10 minuti, e...sorpresa, il venditore ritorna: sento la voce gutturale, riapro gli occhi. Non ha più il borsone nero pieno di parei e collanine, ma in spalla una sacca verde. Infila la mano e...ecco due scatole, con le cifre di Cesare Paciotti, da cui escono due paia di sandali sadomaso che sembrano usciti da un film di Tinto Brass, neri come la notte e con un tacco che sembra un pugnale. Rapido scambio fra le scatole e 50 euro (a scatola) e via, il lavoro è fatto. Il senegalese allampanato parte dinoccolato verso nuove clienti e le signore rimangono, pur non possedendo il porto d'armi, con le scarpe in mano, riprendendo a cinguettare.
E poi non mi si venga a dire che la pubblicità non è l'anima del commercio!!

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