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Vesuvio killer? E noi facciamo il rito antimalocchio!

Il numero di settembre 2007 di National Geographic Italia lancia un allarme agghiacciante: il Vesuvio potrebbe presto tornare alla fase attiva, mettendo in pericolo la vita di 3 milioni di persone. La notizia si basa sull'incrocio fra la possibilità estrema prevista da uno studio di alcuni vulcanologi italiani e le misure di protezione previste dal piano di evacuazione, che prevede lo sgombero di 600.000 abitanti della zona vesuviana ma trascura di mettere in salvo gli abitanti di Napoli. La sintesi della rivista è che se il vulcano eruttasse con la stessa potenza manifestata 3.780 anni fa, quando fu distrutta la città che si trovava dove ora sorge Avellino, le misure di emergenza sarebbero insufficienti e la popolazione di un'ampia zona della Campania sarebbe annientata.
Come si vede, tutto molto serio.
E come rispondono le autorità italiane? «Non facciamo allarmismi». Dalla Protezione Civile rassicurano: «Il vulcano è monitorato, non ci sono segnali che facciano pensare a un'eruzione vicina. C'è una probabilità dell'1% che si verifichi un'eruzione pliniana come quella di Avellino. Per questo, per elaborare il piano, ne è stata scelta una subpliniana come quella del 1631», spiega Titti Postiglione, del Dipartimento della protezione civile.
Quindi viene confermato quello che afferma National Geographic: se dovesse verificarsi nuovamente un'eruzione come quella "avelliniana", l'intera area campana sarebbe a rischio di distruzione. In altre parole, speriamo (che parola agghiacciante, detta da uno scienziato) che non avvenga o che avvenga fra molto tempo!!
«In ogni caso — aggiunge Giulio Zuccaro, direttore del centro studi Plinius — per Napoli il rischio non è quello immediato di piogge piroclastiche ma di cenere. L'evacuazione può essere in questo caso più lenta e programmata in base ai venti».
Splendido! Immagino allora che le strade di Napoli saranno dotate di manicotti a vento per verificare la direzione del maestrale o del libeccio e decidere dove mandare gli sfollati in caso di eruzione!!
Gli "specialisti campani" ci dicono anche che il piano di evacuazione esaminato da NG è superato e che ora ne è stato preparato uno nuovo (di cui però la comunità scientifica internazionale non ha traccia e che non è mai stato oggetto di prove o simulazioni sul territorio) che prevede lo sgombero del territorio in 3 giorni anziché in 6, come previsto nel piano precedente. E come si realizza questo miracolo? aggiungendo ai mezzi di evacuazione pubblici anche quelli privati. Come dire: ognuno si prende la sua macchina, la carica, fa il pieno, visto che c'è controlla anche le gomme, e poi se ne va. Dove? Che domande, questi non sono problemi scientifici, devono essere affrontati dall'autorità politica.
A questo punto mi domando: ma parliamo delle stesse autorità politiche che in Campania non sanno risolvere nemmeno il problema quotidiano dell'immondizia?
Ma la parte più interessante delle dichiarazioni delle autorità regionali è quella finale: "... non e' il caso di seminare panico, che puo' solo generare fenomeni di paura ingiustificata e rischi inutili". Insomma, basta con gli iettatori!! E anzi, propongo di organizzare nei prossimi giorni un rito collettivo scaramantico a base di corni di corallo, gobbetti, ferri di cavallo e giaculatorie del genere "aglie e fravaglie fattura che non quaglia, capa 'e alice e capa d'aglie".
E diciamo anche basta una volta per tutte a queste riviste scientifiche che vogliono sempre mettere in difficoltà il nostro meridione!

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