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Ciclisti urbani: parlare o no con la politica?

In questi giorni si sta discutendo, anche in maniera accesa, nelle comunità dei ciclisti "urbani" sull'opportunità di aprire o no un canale di contatto con la politica, per presentare le nostre esigenze di una nuova mobilità cittadina, completamente ripensata a misura della nostra salute.

I contrari sostengono che la politica "è tutto un magna magna" e che è del tutto inutile relazionarsi con soggetti che, il giorno dopo essere stati eletti daranno ascolto solo alle voci dei potentati economici e delle lobbies. Invece di dialogare perciò meglio ottenere le cose che si desiderano con azioni eclatanti, quali la Critical Mass, e con l'attivazione di un movimento di popolo.

I favorevoli, fra cui mi pongo, sostengono che è necessario trovare un rapporto con la politica, anzi, che è nostro dovere formare i politici e far capire loro che le esigenze dei ciclisti urbani sono solo la punta di un iceberg formato da migliaia di persone che non ne possono più di traffico ed inquinamento. E quindi partecipiamo alle occasioni di dialogo che ci vengono offerte.

E, poiché questo blog l'ho creato io, ospito per prima una dimostrazione di come la politica possa ben dialogare con chi vuole cambiare profondamente la realtà, possa metabolizzare queste proposte per creare poi qualcosa che oggi a Roma, ma più in generale in Italia, appare ancora utopistico.

Ecco a voi un programma di 8 anni per rendere una capitale la città più ecologica del mondo. Non parlo di Marte, né di uno sperduto villaggio fra le montagne, ma della capitale di uno stato della UE. Sto parlando di Copenhagen, capitale della Danimarca.


In un progetto appena reso pubblico, le autorità danesi enunciano il loro proposito:
IN 2015 COPENHAGEN WILL BE RIGHTLY KNOWN AS THE CAPITAL CITY IN THE WORLD WITH THE BEST URBAN ENVIRONMENT.


Segue il progetto:
COPENHAGEN WILL HAVE BECOME THE ECO-METROPOLE OF THE WORLD, THUS DEMONSTRATING THAT ENVIRONMENTAL CONCERN ADDS AN EXTRA DYNAMIC TO URBAN DEVELOPMENT. COPENHAGENERS AND VISITING GUESTS WILL BE ABLE TO SEE AND APPRECIATE THE IMPROVEMENTS, WHILE AT THE SAME TIME THE CITY WILL BE SHARING ACTIVE RESPONSIBILITY FOR GLOBAL ENVIRONMENTAL DEVELOPMENT.


Che cosa manca a Roma, Milano, Bologna, Torino, Palermo, Bari...per seguire l'esempio di Copenhagen? Non diamo sempre la colpa ai politici, che sono lo specchio fedele della società che rappresentano. Rimbocchiamoci le mani e iniziamo da subito ad impegnarci, se non vogliamo che questa domanda risuoni come una condanna alle nostre orecchie


(dal film "Una verità scomoda" di Al Gore)

Commenti

Anonimo ha detto…
caro Mago, mi sono preso la briga, e anche il tempo, di leggere quell'interminabile post sull'incontro di sabato. E' di una tristezza assoluta, sembra una di quelle riunioni di condominio dove immancabilmente vengono fuori ruggini di decenni. Molto triste, non tanto o solo perchè mi sembra che la polemica sia sul piano personale, quanto perchè non si accetta che qualcuno possa avere un'idea diversa dalla propria. Triste perchè, sempre mi sembra di aver capito, ci si batta per avere la "rappresentanza" dei ciclisti romani, ma rappresentanza di che?, non so nulla di queste beghe, e non le voglio neanche conoscere. A me interessano le piste ciclabili, ce ne fossero! Non mi sento per niente un ghettizzato quando le percorro, tutt'altro. Quello che conta è vedere nelle facce dei ciclisti che incrocio la mia stessa contentezza e senso di libertà che ancora provo in sella a una bici. Tutto il resto sono solo chiacchere stucchevoli.
Saluti

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